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martedì 30 novembre 2010

Diritto a Internet

Per chi non se ne fosse accorto, sappia che i soliti oligarchi ancora cercano di imbavagliare l’ultimo baluardo di salvezza per la libera circolazione di idee, nonché spina dorsale della crescita di un paese: Internet.

TV, radio e giornali sono figli del tempo in cui il progresso e l’informazione erano possibili solo se sostenuti da fondi, quindi potenzialmente (e praticamente) corruttibili; infatti laddove esistono simili media abbiamo anche dei sostenitori, o sponsor, che partecipano attivamente al loro finanziamento. E siccome non si fa niente per avere il nulla, ecco giustificate tutte quelle campagne d’informazione distorte, atte ad aiutare da un lato la causa di quel “padrone” e dall’altro a distogliere il popolo dai problemi reali.
Ora in una democrazia sana saremmo comunque salvati dalla guerra tra diverse fazioni, che si batterebbero per smascherare le bugie dell’avversario, ma in un'oligarchia de facto come la nostra, purtroppo siamo condannati a subire un martellamento mediatico, che al massimo ci può far schifare l’intero panorama politico.

L’unico mezzo non ancora sotto controllo resta la rete, dove ad esempio un blog come il mio costa solo la passione ed il tempo che il sottoscritto, chi legge e chi commenta vi dedicano.
E questo a “loro” non piace, visto che non possono ne controllare, ne tantomeno “comprare” tutti i dissidenti.

Ecco perché ad esempio c’era la Cina dietro l’attacco a Google (denuncia di Wikileaks), uno dei molteplici mezzi usati per non permettere ai cinesi di cambiare la propria condizione schiavista.
Ecco perché provarono con la legge Ammazza blog a zittire le verità ivi descritte sui problemi italiani.  
Ecco perché riuscirono a far approvare il decreto Pisanu del 2005 che ha di fatto impedito (per non dire vietato) le reti wi-fi pubbliche, con la scusa di voler contrastare il terrorismo internazionale, quando invece l’unico obiettivo raggiunto è stato bloccare la crescita civile, democratica, scientifica, economica, tecnologica e culturale del nostro paese, che è l’unico “democratico” dove si è potuto cosi assurdamente limitare il diritto dei cittadini all’accesso ad Internet (approfondimento).
Per fortuna che si stanno muovendo per abrogare questa legge scandalo.

Tutti ormai dovremmo renderci conto di quanto importante ed essenziale sia Internet per lo sviluppo del paese. Se nei prossimi anni non riusciremo a colmare il gap tecnologico che ci sta distanziando dagli altri paesi leader a livello mondiale, riuscendo anche a portare la rete in ogni casa, faremo parte del terzo mondo. Il progresso si arresterà e saremo condannati ad una morte economico-culturale!
Tra l’altro bisogna che le infrastrutture garantiscano una velocità minima tanto adeguata quanto certa per ogni cittadino italiano, cosi da poter sfruttare tutti i servizi che il futuro prospetta.
Dal commercio online ai servizi bancari, dal video on demand ai servizi della pubblica amministrazione, dalle ricerche personali alle informazioni politiche, dal voto alle collaborazioni lavorative, dal backup dei propri dati al telelavoro, tutto ormai passerà per la rete e se rimarremo indietro, nessuno investirà più nel nostro paese, perdendo il treno del benessere.

Vorrei sensibilizzare ognuno di voi sull’argomento, visto che non tutti pensano all’importanza di Internet. Wired Italia e il giurista Stefano Rodotà, per ampliare l'articolo 21 sulla libertà di stampa, hanno proposto il seguente articolo 21-bis: "Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale" (fonti: Diritto a internet e Free wi-fi).
Per sostenere questo pensiero democratico vi consiglio di firmare qui Costituzione

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